Chi è Chick Corea? Omaggio ad un gigante della musica

Chick Corea in concerto | Arena Flegrea di Napoli
Chick Corea a Napoli nel 2019 - foto di Massimo Cuomo www.fotografiaessenziale.com

“Voglio ringraziare tutti coloro che, lungo il mio viaggio, hanno contribuito a mantenere vivo in me il fuoco della musica, la mia speranza è che coloro che abbiano voglia di suonare, scrivere, esibirsi o altro lo facciano. Se non per se stessi, per tutti. Non è solo che il mondo ha bisogno di più artisti, è anche molto divertente.

“E per i miei fantastici amici musicisti che sono stati come una famiglia per me da quando li conosco, è stata una benedizione e un onore imparare e suonare con tutti voi. La mia missione è sempre stata quella di portare la gioia, di creare ovunque potessi, e averlo fatto con artisti che ammiro così tanto è stata la ricchezza della mia vita “.

E’ questo il messaggio di Chick Corea, un messaggio d’amore e di serenità, un addio che gli somiglia tale e quale, anche quando la vita nonostante tutto lo abbandona quasi senza preavviso… Una rarissima forma di tumore, questo si legge nel post che la sua famiglia ha pubblicato sulla pagina ufficiale dell’artista.

Ci ha colti di sorpresa, non ce lo aspettavamo, credevamo nel suo incredibile sorriso che sembrava non poterci abbandonare mai. Ma ancora, ogni volta, le sue opere e le sue sperimentazioni ci terranno compagnia per sempre.

Chick Corea aveva 79 anni, non sono tantissimi, ma non sono neanche pochi a pensarci bene, il fatto è che quel suo essere sempre così dinamico, attivo e reattivo, sorridente, creativo, in tour praticamente tutta la vita… insomma, non è che suggerisse la sua età!

Con Quante Storie nella Musica abbiamo cercato immagini dell’artista che potessero sottolineare la sua carriera, e abbiamo notato che non ci sono fotografie che lo ritraggono senza il suo inconfondibile sorriso!

Chick Corea & John McLaughlin
Chick Corea & John McLaughlin

Un eterno ragazzo sorridente che ha festeggiato i suoi compleanni al Blue Note di New York, anche in compagnia di John Mc Laughlin e Lenny White, come ai tempi di Bitches Brew.

E’ difficile che un musicista di jazz arrivi al pubblico come Chick, è una questione musicale ma anche umana, legata alla sua indole, ma anche alla sua musica.

Impossibile elencare tutti i dischi, le collaborazioni, o gli idilli artistici di una vita, ma di qualcuno non possiamo proprio fare a meno! È raro che un musicista jazz abbia composto e suonato con band più varie e  prestigiose di come ha fatto Chick Corea, un NEA Jazz Master che ha vinto 23 Grammy Awards e tantissimi altri premi, il suo pensiero è ben espresso in una sua intervista a Downbeat nel 2017: “La grande arte si fa quando l’artista è libero di provare le tecniche che vuole e di combinare le cose come vuole. Ciò rende la vita interessante e una gioia. Cerco di vivere in questo modo come meglio posso. Non sempre ci riesco. Vorrei trasmettere questo messaggio agli altri, la mia libertà di essere me stesso e che anche loro provassero cose nuove ogni volta che vogliono, cerco di trattare gli altri in questo modo. “

Ha creato un vocabolario ibrido tutto suo che incarnava riferimenti e spunti tra i più vari: Bach e bebop coesistevano con Bartók e il blues, Mozart e montuno, Ravel e rumba, Stravinsky e samba, tutti temperati con sfumature spagnole. Era maestro del suo strumento, capace di accarezzare un brano lirico con la delicatezza di un cantante di belcanto o di articolare una vasta gamma di groove con la precisione e la grazia di un ballerino di tango. Le sue mani erano completamente indipendenti e il suo virtuosismo non mostrava alcuno sforzo apparente, anche se non si mostrò mai, né dispiegò mai la sua invidiabile tecnica fine a se stessa. Corea era soprattutto un narratore musicale, sotto le sue mani ogni genere di tastiera diventava uno strumento della sua immaginazione.

Chick Corea Annuario 1959

La musica di Chick Corea è il risultato del suo viaggio personale, iniziato a Boston, dove suo padre Armando che era trombettista, guidava una band da ballo di successo. Crescendo, ha assorbito le strategie stilistiche e compositive di Bud Powell, Thelonious Monk e Horace Silver e le ha applicate ai lavori con la band di suo padre e con i musicisti che frequentava a Boston.

Si trasferì a New York nel 1959, all’età di 18 anni, per studiare alla Juillard e mentre studia Bartók e Stockhausen, fuori suona musica afro-cubana con il leggendario conguero Mongo Santamaria e funky bebop con il trombettista Blue Mitchell. Poi è arrivato Stan Getz, poi Sarah Vaughan, Miroslav Vitous, Roy Haynes!

Poco dopo, Corea ha sostituito Herbie Hancock nel Miles Davis Quintet su consiglio del batterista Tony Williams, con cui era amico a Boston. Durante i successivi otto mesi partecipò ad album emblematici come In A Silent Way e Bitches Brew, che stabilirono il modello entro il quale, nel decennio successivo, prese forma il movimento fusion.

Dopo una parentesi solista nel 1972 ha registrato l’album Return To Forever, omonimo del super-gruppo fusion con influenze latine per il quale ha composto brani celebri come Spain, La Fiesta e 500 Miles High.

Rudy Van Gelders | Registrazione in studio con Blue Mitchell e Chick Corea
Blue Mitchell e Chick Corea
Al Di Meola - Lenny White - Stanley Clarke - Chick Corea
Al Di Meola - Lenny White - Stanley Clarke - Chick Corea

Ispirato dalla Mahavishnu Orchestra di McLaughlin, Corea ha formato una seconda versione di Return To Forever che includeva Bill Connors e poi Al DiMeola alla chitarra elettrica con la quale ha registrato l’inno funk-rock di Himn of The Seventh Galaxy, Where Have I Known You Before e altri. Nel 1976, ha presentato il suo personale ibrido jazz-flamenco su My Spanish Heart, che includeva Jean-Luc Ponty al violino elettrico, la cantante Gayle Moran (che da poco era diventata sua moglie) e il batterista Steve Gadd.

Con il progredire degli anni ’70 e ’80, Corea ha continuato a contribuire ai canoni della fusion e dell’hardcore jazz acustico. Nel 1981, ha registrato Three Quartets con il sassofonista tenore Michael Brecker, il bassista Eddie Gomez e Gadd, così come Trio Music, su cui ha riunito il trio con Vitous e Haynes per suonare una suite di trii e duetti improvvisati su sette composizioni di Thelonious Monk.

In seguito Chick Corea ha riprogrammato sensazioni elettriche ed acustiche scrivendo per vari progetti in duo con amici vecchi e nuovi, ricontestualizzando icone del suo illustre passato e creando nuovi ensemble.

Nel 1997, ha costituito un gruppo con Kenny Garrett, Joshua Redman, Wallace Roney, Christian McBride e Roy Haynes per suonare i suoi arrangiamenti di musica di Bud Powell, il suo primo eroe, il tutto documentato nell’album Remembering Bud Powell. Poco dopo, ha formato l’Origin Sextet con i membri della band del bassista Avishai Cohen. Questa impostazione ha motivato Corea a comporre in un modo nuovo, armonicamente sofisticato che fonde sapori spagnoli, nordafricani e panamericani con blues e bebop, come documentato nell’album Change.

Gambale_Marienthal_Corea_Patitucci_Weckl_Corea

Dopo il 2000, Corea ha registrato CD per pianoforte solo di standard e musica originale; in duo pianistico con Gonzalo Rubalcaba, Béla Fleck, Hiromi Uehara e Stefano Bollani; e trii con Cohen e Ballard, McBride e Steve Gadd, Patitucci e Antonio Sánchez, Gomez e Jack DeJohnette, McBride e Ballard, Gomez e Airto Moreira, Hadrien Feraud e Richie Barshay. Nel 2013, ha convocato Gomez e Paul Motian per un omaggio a Bill Evans intitolato Further Explorations.

Nel 2001, Chick Corea ha festeggiato il suo 60° compleanno presentando nove band in due settimane al Blue Note di New York documentate nel doppio CD Rendezvous In New York. Nel 2011 ha celebrato il suo 70° compleanno con una stravaganza di 10 band, sempre al Blue Note da cui Corea ha raccolto materiale per The Musician, una versione in 3 CD che include un penetrante documentario in DVD del regista norvegese Arne Rostand. Nel 2016, Corea è tornato di nuovo al Blue Note, festeggiando il suo 75 ° compleanno interagendo con 15 diverse formazioni nell’arco di otto settimane!

Chick Corea - Christian Mc Bride - Brian Blade

Nel frattempo continuava a scrivere e collaborare con esponenti sempre più vari e più giovani del panorama musicale come Kenny Garrett, Wallace Roney, Mike Stern, Marcus Miller e Brian Blade.

In una conversazione per un articolo del 2017 in occasione dell’album Chinese Butterfly, un corrispondente di DownBeat ha chiesto a Corea come ha tenuto il passo con il suo programma estenuante.

“Non so come rispondere se non dire che è una gioia, se potessi evitare le compagnie aeree commerciali, starei in viaggio tutto l’anno. La maggior parte dei ragazzi che hanno suonato con me sono diventati veri amici. Per il modo in cui molti di noi suonano insieme, la melodia non ha importanza. Facciamo una breve prova al soundcheck e non ci preoccupiamo di quanto sia perfetta la musica. Ciò che conta è che sappiamo cosa stiamo facendo, e poi andiamo nella terra che non c’è.”

Ancora al top della sua carriera, ben oltre i 70 anni, quel progetto gli valse il Jazz Artist e Jazz Album of the year nel DownBeat Critics Poll 2018.

Chick Corea, uno degli artisti jazz più amati e decorati della storia, è morto il 9 febbraio 2021.

Le immagini provengono dalla pagina FB dell’artista: Chick Corea

Condividi